Danni alle opere in calcestruzzo

Hai riscontrato crepe, cedimenti, distacchi o difetti in un’opera in calcestruzzo? Ti stai chiedendo chi è responsabile dei danni e cosa puoi fare per ottenere una soluzione o un risarcimento? Non sei solo. Le problematiche legate al calcestruzzo difettoso sono più comuni di quanto si pensi e spesso coinvolgono più figure professionali: impresa, direttore dei lavori, progettista, fornitore del calcestruzzo, collaudatore.

In questo articolo ti spieghiamo:

  • Chi può essere ritenuto responsabile dei danni;
  • Quali sono le situazioni più frequenti;
  • Come muoverti per tutelare i tuoi diritti;
  • Quando è il caso di approfondire con una perizia o una consulenza tecnica.

Quando un danno in calcestruzzo è davvero un problema

Non tutte le crepe o imperfezioni sono sintomo di errore grave. In alcuni casi, si tratta di fenomeni fisiologici legati al materiale. Ma quando compaiono lesioni strutturali, distacchi, cedimenti della pavimentazione o degrado visibile, è importante agire subito.

Per orientarti, puoi iniziare con questa guida: Tutti i problemi del calcestruzzo: cause, soluzioni e responsabilità.

Le cause più comuni dei danni alle opere in calcestruzzo

Errori di progettazione

Un progetto sbagliato può comportare:

  • Sovraccarichi non previsti;
  • Scelta errata delle prescrizioni relative al calcestruzzo;
  • Dettagli costruttivi carenti;
  • Prescrizioni non coerenti con l’ambiente in cui la struttura è in servizio.

In questi casi, la responsabilità può ricadere sul progettista.

Esecuzione non conforme al progetto e alle norme

Una posa scorretta è tra le principali cause di danni:

  • Scarsa vibrazione del getto;
  • Eccesso d’acqua;
  • Cattiva stagionatura;
  • Errori nella posa delle armature;
  • Errata esecuzione del copriferro;
  • Mancato controllo da parte del direttore lavori;
  • Condizioni climatiche sfavorevoli durante il getto (clima caldo o rigido).

In questo scenario, il responsabile diretto è l’impresa esecutrice e il Direttore dei Lavori.

Utilizzo di calcestruzzo non conforme (il cosiddetto “calcestruzzo depotenziato”)

Il termine “calcestruzzo depotenziato” è spesso abusato dai media, senza conoscerne il significato: ha molto senso giornalistico e poco senso ingegneristico. Normalmente è utilizzato per indicare calcestruzzi di scarsa qualità, ma la domanda sorge spontanea: tale accoppiata di termini a quale delle caratteristiche del calcestruzzo si riferisce?

Come ben sappiamo, per definire un calcestruzzo, il D.M. 17.01.2018 (NTC 2018) al paragrafo 11.2.1 recita: “La prescrizione del calcestruzzo all’atto del progetto deve essere caratterizzata almeno mediante la classe di resistenza, la classe di consistenza al getto ed il diametro massimo dell’aggregato, nonché la classe di esposizione ambientale, (…) plus tutte le prescrizioni aggiuntive per l’elemento strutturale che si sta per progettare, realizzare, controllare, compattare e maturare”.

Quindi, quale delle caratteristiche ha perso potenza? La storia di un calcestruzzo deve sempre partire dalla sua prescrizione in fase di progetto. Il Progettista, dopo aver analizzato l’ambiente dove la struttura “opererà”, deve formulare le prescrizioni relative alla durabilità per contrastare il degrado, vincolando la classe di resistenza minima e il copriferro minimo prima ancora del calcolo. Per fare ciò, dispone di strumenti normativi come il D.M. 17.01.2018, la norma UNI EN 206, la UNI 11104, l’Eurocodice 2 e le “Linee Guida per il calcestruzzo strutturale” emesse dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Se quanto prescritto fosse accompagnato da un’attenta Direzione Lavori, una corretta posa in opera e un’adeguata maturazione, probabilmente eviteremmo che venissero coniati nuovi termini per definire le prestazioni di un materiale già poco conosciuto dagli addetti ai lavori. Spesso, con questo termine, si intende un materiale che non raggiunge i livelli di resistenza previsti in fase di consegna o in opera, un problema che può causare danni anche dopo poco tempo.

Le figure coinvolte e le possibili responsabilità

L’impresa esecutrice

È tenuta a realizzare l’opera in conformità a quanto previsto dalle norme, nel rispetto del progetto e dei materiali. Se i danni sono dovuti a errori esecutivi o materiali non conformi, l’impresa è direttamente responsabile.

Il direttore dei lavori

Ha il compito di sorvegliare e approvare ogni fase dell’opera. Se omette controlli o approva lavori difettosi, condivide la responsabilità con l’impresa, ma rimane il responsabile principale, poiché è l’unico che “deve” controllare. È il responsabile unico dei controlli di accettazione.

Il collaudatore

Se certifica la conformità di un’opera che presenta problemi, può essere chiamato in causa per mancata verifica o errore di valutazione.

Il progettista

È responsabile in caso di errori progettuali, dimensionamenti sbagliati e prescrizioni non corrette. La sua responsabilità, al contrario di quanto si pensa, non è difficile da dimostrare e può emergere nel corso di un’analisi tecnica accurata.

Crepe, cedimenti e segnali da non ignorare

Quando si parla di responsabilità per danni in opere in calcestruzzo, bisogna distinguere tra difetti superficiali e veri problemi strutturali. Segnali tipici da tenere d’occhio:

  • Crepe e fessure nei pavimenti, come approfondito in questo articolo;
  • Cedimenti localizzati nelle fondazioni, nei solai, nei pilastri o nei muri;
  • Esposizione delle armature con segni di corrosione/ruggine;
  • Distacchi del copriferro o rigonfiamenti.

Vuoi imparare a distinguere i danni strutturali veri? Leggi anche: Come riconoscere un problema strutturale nel calcestruzzo armato

Cosa fare se hai riscontrato un danno

Documenta il problema

Fotografa tutto, annota date, condizioni ambientali, cambiamenti nel tempo.

Recupera i documenti

Capitolati, computi metrici, certificazioni, DDT del calcestruzzo, verbali di cantiere: tutto è utile per ricostruire la responsabilità.

Richiedi una valutazione tecnica indipendente

Evita di rivolgerti a chi ha lavorato all’opera: potresti non ottenere una valutazione neutrale. È preferibile affidarti a un consulente terzo, specialista della materia, che possa redigere una relazione tecnica utile anche in ambito legale.

Contenzioso o soluzione stragiudiziale?

A volte, i danni portano a un vero e proprio contenzioso edilizio, con perizie di parte e cause civili. In altri casi, è possibile trovare un accordo prima del tribunale.

Per capire cosa conviene fare, approfondisci qui: Contenzioso edilizio sul calcestruzzo: quando iniziare e come muoverti

Conclusione

Quando si verificano danni alle opere in calcestruzzo, è fondamentale capire chi è responsabile e come agire. La chiave è muoversi con metodo: osservare, documentare, valutare tecnicamente. Solo così si può decidere se richiedere un intervento, un risarcimento o — nei casi più gravi — avviare un’azione legale. E attenzione alle responsabilità del Committente: è lui che sceglie il progettista, il direttore lavori, il collaudatore e l’impresa esecutrice, magari i più economici sul mercato e/o chiedendo sconti, ed è anche il responsabile della manutenzione dell’opera.